– Giuseppe Conte torna al centro del dibattito politico italiano, protagonista di una narrazione che si snoda tra apparizioni televisive e l’annuncio di nuovi capitoli per il Movimento 5 Stelle. Nella cornice mediatica di “Cinque Minuti” e “Porta a Porta”, Conte rilancia il tema della democrazia partecipativa all’interno del Movimento, ma deve anche affrontare le critiche pungenti di Davide Casaleggio, erede del co-fondatore Gianroberto.
Il voto bis: più democrazia contro i tentativi di boicottaggio
Dopo le tensioni interne sollevate da Beppe Grillo, che ha richiesto la ripetizione del voto sulle modifiche statutarie del M5S, Conte ha convocato una riunione straordinaria del Consiglio nazionale del Movimento. Il leader pentastellato, sempre più deciso nel rafforzare il suo ruolo e la nuova struttura del partito, ha dichiarato: “A chi vuole imbavagliare la democrazia, rispondiamo con più democrazia”.
La decisione unanime del Consiglio nazionale è stata quella di procedere a un nuovo voto, in programma dal 5 all’8 dicembre, per confermare le modifiche statutarie già approvate durante la costituente. Il clima interno al Movimento, però, resta teso. Danilo Toninelli, vicino a Grillo, ha invitato gli iscritti a boicottare il voto per non raggiungere il quorum. Conte ha risposto definendo questa strategia “la contraddizione massima del Movimento”, ribadendo la sua fiducia nella partecipazione degli elettori.
Le accuse di Casaleggio: il Movimento come una “Coca-Cola blu”
Le critiche più dure arrivano da Davide Casaleggio, che, durante la presentazione del suo nuovo libro, non ha risparmiato attacchi al corso intrapreso da Conte. Secondo Casaleggio, il M5S attuale si sarebbe “allontanato talmente tanto dai suoi principi originari” da risultare ormai irriconoscibile: “Lasciare il Movimento nelle mani di Conte è come fare la Coca-Cola blu: non ha senso”.
Casaleggio ha inoltre sollevato la questione del simbolo del Movimento, sostenendo che, se i principi fondanti non vengono più rispettati, sarebbe più appropriato metterlo in un museo piuttosto che continuare a utilizzarlo. “Se cambia il Movimento, è giusto cambiare anche il simbolo”, ha affermato, alimentando un dibattito già acceso sul futuro dell’identità pentastellata.
Un movimento progressista, ma indipendente
Nonostante le polemiche, Conte ha sfruttato le sue apparizioni televisive per delineare la visione politica del “nuovo” Movimento 5 Stelle. Durante “Cinque Minuti”, ha ribadito che il M5S si posiziona come forza progressista, alternativa alla destra, ma distinta dagli schemi tradizionali: “Siamo un movimento d’opinione, non un partito che punta a occupare poltrone o uffici pubblici. Ci interessano programmi e obiettivi concreti, non il potere fine a se stesso”.
A “Porta a Porta”, Conte ha ulteriormente chiarito la sua posizione sulle alleanze politiche: “Sporcarsi le mani non significa sporcarsi l’anima”. Il leader ha confermato che il Movimento è disposto a collaborare con altre forze progressiste, ma sempre nel rispetto di programmi ben definiti.
Democrazia interna e prospettive future
Un tema centrale nelle dichiarazioni di Conte è stato il principio della democrazia interna. Sul doppio mandato, ad esempio, il leader ha sottolineato che la comunità degli iscritti ha già espresso la volontà di rivedere la regola: “Non vogliamo creare carrieristi, ma valorizzare competenze ed esperienza. Troveremo una soluzione innovativa”.
Conte ha inoltre respinto qualsiasi ipotesi di guerra legale con Grillo: “Abbiamo già visto cosa significa finire nei tribunali. Non possiamo rischiare un nuovo pantano che paralizzi il Movimento”.
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Il contrasto tra visione e nostalgia
Mentre Conte guarda al futuro, cercando di posizionare il M5S come forza progressista e autonoma, Casaleggio richiama l’attenzione sui principi originari del Movimento. La distanza tra le due visioni appare ormai incolmabile: da un lato, l’ex premier punta a consolidare un’identità pragmatica e istituzionale; dall’altro, l’erede di Gianroberto denuncia una deviazione dai valori fondanti.
Il voto bis rappresenterà un banco di prova decisivo per il Movimento 5 Stelle e per Conte stesso. La sfida sarà non solo quella di superare il quorum, ma anche di dimostrare che il Movimento, pur cambiando, può ancora essere una forza rilevante nel panorama politico italiano.