ULTIM’ORA – Crosetto shock – Le parole assurde ai microfoni: “Giusto aumento stipendio ai m…” VIDEO

 – Politica italiana in subbuglio. Guido Crosetto, ministro della Difesa del governo Meloni, ha rilasciato dichiarazioni destinate a far discutere nel contesto del dibattito sull’aumento degli stipendi per i ministri non parlamentari. Durante la sua partecipazione alla festa politica di Atreju, evento organizzato da Fratelli d’Italia, Crosetto ha risposto alle critiche avanzate da esponenti dell’opposizione e da una parte della stessa maggioranza, lanciando un contrattacco senza precedenti: “Alcuni parlamentari gridano allo scandalo, ma farebbero meglio ad adeguare i loro stipendi a quelli dei ministri. Gli aumenti? Non mi riguardano, ma non vedo il problema”.

La polemica sull’aumento dei compensi: il contesto

La questione nasce dall’approvazione in Commissione Bilancio di una norma che equipara gli stipendi dei ministri non eletti a quelli dei parlamentari con incarichi governativi, portando i compensi a circa 13.000 euro mensili netti. Una scelta che ha suscitato proteste trasversali: dall’opposizione del Movimento 5 Stelle, che ha definito la norma “vergognosa”, alle critiche di alcune frange del centrodestra, preoccupate per il messaggio politico negativo in un periodo di crisi economica.

Secondo l’M5S, rappresentato in questa circostanza da Daniela Torto e Ida Carmina, la misura è “l’ennesimo schiaffo ai cittadini” e un segnale di disconnessione rispetto alle difficoltà economiche delle famiglie italiane, alle prese con un aumento del costo della vita e salari stagnanti. A loro si è aggiunta la voce di alcuni economisti, che sottolineano l’incoerenza di una manovra che prevede aumenti di tasse (come quelle sui voli) e tagli a misure sociali, mentre si garantiscono maggiori introiti ai membri dell’esecutivo.

La difesa di Crosetto: “Nessun privilegio, ma una questione di equità”

Intercettato dai giornalisti ad Atreju, Crosetto ha smorzato i toni polemici, pur non rinunciando a una stoccata agli oppositori: “Personalmente, non sono interessato all’aumento, ma trovo ridicolo che alcuni parlamentari gridino allo scandalo per un adeguamento salariale. Dovrebbero semmai interrogarsi sul valore del lavoro svolto e sulla necessità di attrarre competenze al governo. Chi fa politica seriamente non può essere sempre bersaglio di populismi”.

Il ministro ha anche ribadito che la misura non è un aumento “di privilegio”, bensì un adeguamento che tiene conto delle responsabilità e del ruolo ricoperto dai ministri non eletti, spesso provenienti da contesti professionali ben remunerati.

Opposizione compatta, ma il centrodestra si spacca

Se l’opposizione è compatta nel condannare la norma, il centrodestra appare diviso. Da un lato, esponenti vicini a Forza Italia e alla Lega, come Claudio Borghi, hanno mostrato disagio, sottolineando come la questione rischi di offuscare i messaggi centrali della manovra finanziaria. Dall’altro, Fratelli d’Italia sembra voler fare quadrato attorno al governo, con Crosetto che rappresenta la linea dura contro i critici interni.

I numeri del malcontento: tra crisi economica e dissenso sociale

La polemica non si esaurisce nei corridoi parlamentari, ma trova eco nelle piazze e nelle associazioni di categoria. Mentre i salari medi italiani restano tra i più bassi dell’Unione Europea, misure come l’aumento dei pedaggi autostradali, le tasse d’imbarco sui voli e la mancata estensione del credito d’imposta per le imprese hanno scatenato una reazione negativa tra lavoratori e imprenditori.

Bankitalia e OCSE hanno recentemente rivisto al ribasso le stime di crescita del PIL italiano per il 2024, indicandolo a uno scarno +0,5%, il peggiore tra i principali partner europei. Una cornice economica che rende ancor più difficile giustificare l’aumento degli stipendi governativi, secondo i critici.

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Il ruolo di Giorgia Meloni e la strategia comunicativa

Nella giornata conclusiva di Atreju, la premier Giorgia Meloni ha evitato commenti diretti sul tema, concentrandosi su temi come la sicurezza internazionale e la transizione energetica. Tuttavia, è evidente che la questione rischia di pesare sull’immagine del governo, percepito sempre più lontano dai problemi quotidiani degli italiani.

Per il momento, la strategia comunicativa dell’esecutivo sembra puntare su una minimizzazione del problema, ribadendo che si tratta di una misura “tecnica” e non politica. Resta però da vedere se questa linea riuscirà a placare il crescente malcontento, sia interno che esterno.

Conclusioni: una crisi di fiducia?

La vicenda degli stipendi ai ministri non parlamentari rappresenta un banco di prova cruciale per il governo Meloni. In un contesto di crisi economica e sociale, decisioni percepite come privilegi per la classe politica rischiano di erodere ulteriormente la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

Se da un lato Crosetto difende l’equità salariale, dall’altro l’opposizione e parte della società civile vedono in questa misura l’ennesima dimostrazione di una politica distante dai reali bisogni del Paese. Sarà interessante osservare come evolverà il dibattito nei prossimi giorni e quale sarà l’impatto sulla stabilità politica del governo.
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