ULTIM’ORA – Giovanni Toti arriva la condanna. Ecco cosa dovrà scontare – LA SENTENZA SHOCK

Il capitolo giudiziario che ha travolto Giovanni Toti, ex governatore della Liguria, si chiude con una sentenza emblematica. Il 18 dicembre 2024, il giudice per le udienze preliminari di Genova, Matteo Buffoni, ha ratificato il patteggiamento concordato tra la difesa e la Procura: due anni e tre mesi di reclusione, convertiti in 1620 ore di lavori di pubblica utilità. Toti svolgerà la pena presso la LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori), con mansioni che spaziano dall’assistenza ai pazienti oncologici alla gestione amministrativa.

Le accuse: corruzione e finanziamento illecito

Le indagini condotte dai pubblici ministeri Luca Monteverde e Federico Manotti hanno svelato una complessa rete di corruzione legata a finanziamenti illeciti. Tra le accuse più gravi, il comitato elettorale di Toti avrebbe ricevuto 74.100 euro da Aldo Spinelli, noto terminalista portuale, in cambio di una proroga trentennale della concessione del terminal Rinfuse di Genova. L’accordo sarebbe stato facilitato anche dalla complicità dell’allora presidente dell’Autorità Portuale, Paolo Emilio Signorini, anch’egli coinvolto nel procedimento.

Un ulteriore finanziamento illecito, del valore di 10.000 euro, è stato individuato nei rapporti con Esselunga, che avrebbe sponsorizzato la trasmissione “Terrazza Colombo” in cambio di favori politici. Non mancano accuse di tangenti legate al settore nautico: Luigi Alberto Amico, imprenditore indagato, avrebbe versato somme al comitato di Toti in cambio di agevolazioni non meglio specificate.

Le mansioni affidate all’ex governatore

Toti, nell’ambito della sua pena, sarà impegnato presso la LILT con attività che lo vedranno coinvolto a stretto contatto con i pazienti oncologici. Tra i compiti assegnati:

Accoglienza e assistenza ai pazienti presso l’ospedale San Martino di Genova.

Gestione di pratiche amministrative come archiviazione, invio di referti e recall per screening oncologici.

Accompagnamento dei pazienti con difficoltà motorie, anche direttamente dalle loro abitazioni fino alle strutture sanitarie.


Un aspetto significativo del dispositivo di patteggiamento prevede che almeno il 10% delle ore totali sia svolto presso il point emato-oncologico del San Martino, dove Toti offrirà supporto informativo e logistico ai pazienti.

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Un patteggiamento controverso

La decisione del giudice di accogliere il patteggiamento ha suscitato molte critiche. Alcuni ritengono inappropriato affidare a una persona condannata per corruzione compiti così delicati nell’ambito della salute pubblica. Altri sottolineano l’apparente discrepanza tra la gravità delle accuse e la leggerezza della pena, percepita come insufficiente rispetto ai danni arrecati alla credibilità delle istituzioni.

Il libro “Confesso, ho governato”

Nonostante la condanna, Toti non ha rinunciato alla visibilità pubblica. Nel pomeriggio del verdetto, ha presentato alla Camera dei Deputati il suo libro intitolato Confesso, ho governato. Moderato dalla giornalista Hoara Borselli, l’evento ha visto la partecipazione di esponenti politici di rilievo, tra cui Maurizio Lupi ed Enrico Costa. Quest’ultimo, promotore della recente “legge bavaglio”, ha definito il caso Toti un esempio di necessità di riforma della giustizia.

I coimputati: Spinelli e Signorini

Anche Aldo Spinelli e Paolo Emilio Signorini hanno patteggiato pene rispettivamente di tre anni e tre mesi, e tre anni, cinque mesi e ventotto giorni. Tuttavia, i due non beneficeranno della conversione in lavori socialmente utili, dovendo attendere le decisioni del tribunale di sorveglianza per l’esecuzione della pena.

L’eredità di un caso emblematico

Il caso Toti rappresenta una delle tante ombre che negli ultimi anni hanno avvolto la politica italiana, sollevando interrogativi sull’efficacia delle norme anticorruzione. Se da un lato la conversione della pena in lavori sociali è stata interpretata da alcuni come un segno di riabilitazione, dall’altro ha alimentato il dibattito sulla percezione dell’impunità per i reati dei colletti bianchi. Una vicenda che lascia un segno indelebile nella storia recente della Liguria e dell’intero Paese.

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