ULTIM’ORA – Il m5s in aula con Mattarella, ma denuncia il Governo sulle ARMI – IL SUPER VIDEO

Il deputato del Movimento 5 Stelle, Riccardo Ricciardi ha espresso vicinanza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riguardante il conflitto in Ucraina e la giustificazione dell’invio di armi. Parlando in aula alla Camera, Ricciardi ha ribadito che il suo partito ha espresso solidarietà al Capo dello Stato, ma ha sottolineato come un’interpretazione errata delle sue parole possa rafforzare una narrazione che, secondo lui, giustifica il continuo invio di armamenti al fronte.

“Abbiamo espresso solidarietà al Presidente Mattarella, anche in questa aula”, ha affermato Ricciardi. Tuttavia, ha aggiunto: “Ci dispiace che il passaggio che ha fatto il Presidente, male interpretato, dà la leva alla narrazione che da due anni si sta facendo in questo Paese e in Europa, e che giustifica il continuo invio di armi per continuare una guerra che ora tutti si rendono conto dovrà arrivare a una trattativa”.

Le dichiarazioni del deputato pentastellato si inseriscono in un più ampio dibattito politico sull’orientamento dell’Italia in merito alla guerra in Ucraina, un tema che continua a suscitare divisioni tra le forze parlamentari.

Il cambio di strategia internazionale e la posizione dell’Italia

Nella sua dichiarazione, Ricciardi ha posto l’accento su un possibile “cambio di linea” nella strategia occidentale riguardo al conflitto ucraino, chiedendo alla maggioranza di chiarire la propria posizione rispetto all’evoluzione della politica di Washington.

Questa osservazione sembra riferirsi ai segnali di stanchezza che si stanno manifestando negli Stati Uniti e in altre capitali europee rispetto alla strategia di supporto militare a Kiev. Negli ultimi mesi, diversi esponenti politici e analisti hanno suggerito che l’Occidente dovrebbe intensificare gli sforzi diplomatici per arrivare a una soluzione negoziata del conflitto, piuttosto che proseguire con il solo sostegno militare.

Il riferimento al “cambio di linea di Washington” è particolarmente significativo in un momento in cui negli Stati Uniti si avvicina la campagna elettorale per le presidenziali del 2024. L’amministrazione Biden ha finora sostenuto fermamente l’Ucraina, ma alcuni esponenti del Partito Repubblicano, tra cui l’ex presidente Donald Trump, hanno espresso riserve sull’impegno finanziario e militare americano nella regione.

Il dibattito interno in Italia e il ruolo del M5S

Il Movimento 5 Stelle, sotto la guida di Giuseppe Conte, ha più volte manifestato una posizione critica nei confronti dell’invio di armi all’Ucraina. Fin dall’inizio del conflitto, il M5S ha sostenuto la necessità di concentrare gli sforzi diplomatici per favorire una soluzione negoziata, piuttosto che prolungare le ostilità attraverso un continuo rifornimento di armamenti.

La posizione del M5S si scontra con quella del governo Meloni, che ha ribadito più volte il proprio impegno nel sostenere Kiev in linea con la politica dell’Unione Europea e della NATO. Tuttavia, come sottolineato da Ricciardi, l’evoluzione del conflitto potrebbe spingere anche i sostenitori della linea interventista a riconsiderare la strategia.

Le parole di Mattarella, che Ricciardi ha criticato, sono quindi diventate un punto di discussione per il M5S, che teme che possano essere utilizzate per legittimare ulteriori invii di aiuti militari senza una riflessione più ampia sulle conseguenze a lungo termine.

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Conclusione: verso un possibile ripensamento della strategia?

L’intervento di Ricciardi mette in evidenza le crescenti tensioni nel dibattito politico italiano sulla guerra in Ucraina. Se da un lato il governo continua a sostenere l’invio di aiuti militari, dall’altro emergono segnali di un possibile ripensamento a livello internazionale, soprattutto in vista delle elezioni presidenziali statunitensi e delle difficoltà dell’esercito ucraino sul campo.

La richiesta del M5S di un chiarimento sulla posizione dell’Italia rispetto al “cambio di linea” americano potrebbe aprire nuove discussioni all’interno del Parlamento, soprattutto se il conflitto dovesse entrare in una fase di maggiore incertezza nei prossimi mesi.
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