Giuseppe Conte ha commentato lo scioglimento del giurì d'onore voluto dal presidente della Camera dopo le dimissioni di due deputati dem.
Giuseppe Conte ha commentato lo scioglimento del giurì d’onore voluto dal presidente della Camera dopo le dimissioni di due deputati dem. Il duello a distanza che porta in meno di 24 ore allo scioglimento del Giurì d’onore su Giorgia Meloni e a una valanga di polemiche, si consuma tra la Camera e via di Campo Marzio 46, dove il pomeriggio si chiude con le parole dure del leader M5S Giuseppe Conte. “Forse Mulè e la maggioranza volevano far vincere facile Meloni”. La bufera si scatena poche ore prima, quando in Aula viene comunicata la decisione presa dal presidente Lorenzo Fontana che dà seguito all’istanza presentata proprio da Conte, nella quale si chiede lo scioglimento del Giurì, dopo le dimissioni dei due commissari di opposizione che ne denunciano la mancata imparzialità.
Le dure parole di Conte
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Di lì a poco il presidente del Giurì, Giorgio Mulè, convoca la conferenza stampa durante la quale accusa l’ex premier di “oltraggio” alla Camera: “È singolare che Conte abbia ricavato la certezza di non andare incontro a un parere imparziale semplicemente leggendo la missiva di Vaccari e Zaratti, ed è singolare che lui, parte in causa, si erga a giudice”. “Interrompere la partita e abbandonare il campo come hanno fatto Zaratti e Vaccari – chiosa Mulè – portare via il pallone come ha fatto Conte, appartiene a una logica che per quanto mi riguarda non troverà mai cittadinanza nel mio modo di fare”.
Conte replica: “Il pallone io non l’ho portato via, perché non ce l’ho avuto mai in mano. Lo aveva invece il presidente Fontana e ha deciso, alla luce dei fatti sopravvenuti, che non si potesse proseguire”. “La metafora calcistica è del tutto fuori luogo e Mulè dovrebbe invece interrogarsi sul perché si è ritrovato senza commissari al fianco”, sottolinea, stigmatizzando l’assoluta “mancanza di autocritica” dell’esponente di Forza Italia.
Entrambi i duellanti denunciano, da fronti opposti, il mancato rispetto delle istituzioni. Per Mulè: “Se fossimo in tribunale saremmo di fronte a un palese oltraggio alla corte, in questo caso l’oltraggio è stato compiuto nei confronti delle istituzioni”. Mentre per il presidente M5S, “le istituzioni perdono sempre ogni qualvolta un presidente del Consiglio viene nell’aula del Parlamento a mentire agli italiani”.