Oggi in Senato la ministra del Turismo Santanchè spiegherà i suoi motivi dopo l’inchiesta di Report che l’ha coinvolta sulla gestione di alcune sue società. Tre inchieste penali, i debiti e il rischio di fallimento delle società, i milioni di euro incassati da misteriosi finanziatori, le accuse dei dipendenti per contributi e tfr non pagati. E poi i soldi dell’aziende in dissesto spesi per appartamenti e automobili. Dallo scorso 2 novembre – quando Repubblica diede per prima la notizia dell’iscrizione dell’allora neoministro per falso in bilancio e bancarotta – il perimetro delle accuse si è di molto allargato. Quel giorno Santanchè negò di essere indagata minacciando querele. Ma dalle anomalie contabili della galassia Visibilia emerse in quei giorni, la procura di Milano ha aperto nuovi fronti, e sta indagando anche sulle altre attività finanziarie e imprenditoriali del politico di Fratelli d’Italia.
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Daniela Santanchè risulta al momento indagata solo nel fascicolo sulle irregolarità contabili e il dissesto del gruppo Visibilia. L’indagine è partita dopo l’esposto del gruppo di azionisti di minoranza che si sono visti crollare il valore dei loro titoli di oltre il 90 per cento. L’indagine dei pm Roberto Fontana (poi eletto al Csm) e Maria Gravina, coordinata dal procuratore aggiunto Laura Pedio, verrà chiusa a settembre. Ed è quindi una corsa contro il tempo – per i nuovi amministratori delle società – per trovare i capitali ed evitare che a Santanchè e al management degli ultimi anni – accanto all’accusa di falso in bilancio – venga contestata anche la bancarotta.
Anche se il ministro è stato iscritto per questo grave reato, l’eventuale accordo con l’Agenzia delle Entrate e quello di ristrutturazione del debito al Tribunale fallimentare, lascerebbe in piedi solo l’accusa di falso in bilancio. Dopo la revoca da parte della procura dell’istanza di fallimento per Visibilia Editore e Visibilia Holding, che hanno saldato i propri debiti, e la posizione ancora aperta di Visibilia Concessionaria sempre al Tribunale fallimentare, resta ora da trovare i finanziamenti per salvare Visibilia srl in liquidazione. Per la srl è stata proposta una transazione con il Fisco da un milione e duecentomila euro spalmato in dieci anni. Una ristrutturazione che sarebbe particolarmente favorevole per la società, visto che il consulente della procura ha stimato un patrimonio negativo di quasi otto milioni di euro.
Le altre indagini in cui è coinvolta Santanchè
Un’altra indagine – al momento senza indagati – è quella su Negma Group Ldt, fondo delle British Virgin Island, con sede a Dubai, che ha finanziato Visibilia e la società di prodotti biologici acquisita da Santanchè, Ki Group. Un finanziamento da tre milioni di euro per Visibilia, nel 2022, in cambio di obbligazioni convertibili da parte di Negma. Il pm Paolo Filippini indaga, con il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, per aggiotaggio. Il fascicolo è senza indagati. Secondo la denuncia dei soci di minoranza, dopo la conversione delle obbligazioni in azioni, il fondo ha venduto e riacquistato più volte i titoli facendo sprofondare il valore delle cedole fino al 98 per cento. Un meccanismo che, secondo i denuncianti, ha portato vantaggi per Santanchè e il resto del management di Visibilia (che incassa i tre milioni) e Negma (che realizza plusvalenze per 600 mila euro in pochi mesi), ma ha reso carta straccia i titoli dei piccoli azionisti. In questa vicenda è comparso anche il presidente del Senato Ignazio La Russa, che oggi presiederà la seduta in Parlamento, che ha firmato le diffide contro alcune testate che si erano occupate dei misteri di Negma.
Un altro grattacapo per il ministro Santanchè arriva dalla vicenda Ki Group, un tempo società gioiello del biologico italiano, da cui Santanchè sarebbe uscita nel 2020. Il pm di Milano Luigi Luzi indaga sul dissesto che ha provocato otto milioni di debiti, sulle denunce di mancato pagamento di diversi fornitori, su mancati pagamenti di stipendi e Tfr fino a un milione di euro a molti dipendenti. Anche questo fascicolo è al momento senza indagati. La società ha chiesto l’omologazione del concordato semplificato e la procura – dopo una informativa della Guardia di Finanza attesa per le prossime settimane – dovrà dare un parere.
Ma sono tante le storie di stipendi non pagati, contributi previdenziali e liquidazioni non versate. E riguardano tanto Ki group quanto le testate giornalistiche acquisite da Santanchè con Visibilia. Diversi dipendenti hanno presentato denunce al giudice del lavoro per ottenere il pagamento di quanto non sarebbe stato loro versato. Emersa in queste settimane anche la storia di un dipendente in cassa integrazione a zero ore che, ignaro, avrebbe lavorato per quasi un anno e mezzo – dal marzo 2020 – per Visibilia. Dalla documentazione contabile emerge poi come coi capitali delle società oggi in dissesto, Daniela Santanchè avrebbe affittato un appartamento in centro a Milano e un altro al Pantheon a Roma, oltre a stipulare un leasing per la sua Maserati.