In questi giorni non si fa che parlare del salario minimo. Come vi avevamo anticipato, c’è una proposta firmata dalle opposizioni ad eccezione di Renzi e su cui ci si è confrontati venerdì a Palazzo Chigi. Come al solito, Renzi non si è fatto scappare l’occasione per dire la sua su un argomento che in primis non gli compete (si è voluto tenere fuori dalla proposta) e che poi non ha mai voluto, nemmeno quando al governo c’erano i Cinque Stelle, dal 2018 in poi.
Sentite cosa ha detto nel suo ultimo video: “Sembra quasi che ieri (venerdì, ndr) la riunione sia servita, più che ad aumentare gli stipendi agli italiani, a giustificare il potenziale stipendio di Brunetta. Se davvero vogliamo trovare una soluzione, bene, si riapra il Parlamento anche ad agosto, come avevo proposto, e venga la presidente del Consiglio a portarci le idee del governo e noi diremo sì o no in base a quello che pensiamo. Ma si faccia in Parlamento”. Così Matteo Renzi, in un videomessaggio pubblicato sui social, ha commentato il vertice tra il governo guidato da Giorgia Meloni e le opposizioni sul salario minimo.
ULTIM’ORA – Arriva l’annuncio di Giuseppe Conte su costituente. “Abbiamo raggiunto…” – VITTORIA?!
“Soddisfazione per tutti, vittoria per chi ha deciso di decidere” Roma, 23 novembre – Il Movimento 5 Stelle (M5S) ha
È tutto ancora in alto mare. Ma prima del merito è il metodo che stupisce. Con i parlamentari in ferie, la Meloni tratta le opposizioni ricevendole come fossero sigle sindacali. Una presa in giro: la premier anziché fare una proposta dice che deve sentire il Cnel? Sei al governo, non sei un centro studi. Hai una ministra che in teoria si occupa di lavoro. Se hai una idea, dilla. E invece rimandi la palla al Cnel, l’organismo più inutile della Costituzione? Meloni fa “la bella addormentata nel bosco” ha aggiunto Renzi.
Il distinguo che Renzi fa rispetto alle opposizioni sulla proposta di introduzione di un reddito minimo lo costringe a subire attacchi da sinistra, dove sono sempre più convinti che il senatore toscano si stia avvicinando sempre di più verso la maggioranza di governo:
“Sbagliano, come su quasi tutto in questo periodo. Sulle banche, sulla pagliacciata in Sala Verde, sulla riforma delle intercettazioni: è la sinistra che fa da stampella a Meloni. Sulla Rai, Conte è a pieno titolo in maggioranza”. Sul futuro dei gruppi parlamentari con Azione di Carlo Calenda, l’ex premier, d’esperienza, prende tempo: “Noi ci vedremo con i parlamentari di Italia viva a settembre e decideremo in modo democratico. Quanto ai gruppi: il regolamento del Senato parla chiaro e in caso di rottura noi non andiamo al misto. Calenda non so. Tra un anno cosa succederà? Meloni ancora premier, governo rimpastato e i centristi, anche italiani, decisivi in Europa” ha concluso Renzi.
Intanto la petizione di Conte sul salario minimo...
Tra l’altro oggi si viene a sapere che la petizione lanciata da Giuseppe Conte sul salario minimo ha ottenuto già 100mila firme in appena 24 ore. Un risultato al di sopra delle aspettative del M5S, anche dopo che il sito era andato in tilt per i troppi accessi in contemporanea. Dopo l’incontro di venerdì a Palazzo Chigi con la premier Meloni, i partiti di minoranza hanno espresso il loro disappunto sulle risposte del governo. La presidente del Consiglio ha affidato il dossier al Cnel, che entro i prossimi 60 giorni dovrà avanzare una proposta su salario minimo e lavoro povero. Ma per le opposizioni non è abbastanza, e così hanno lanciato la raccolta firme.
Per ore, ieri, nel primo giorno di attività, il sito salariominimosubito.it è risultato irraggiungibile per i troppi accessi. E oggi Pd, 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra possono festeggiare il risultato parziale delle prime 24 ore. «Non ci aspettavamo questi numeri», trapela dal Nazareno come riporta Repubblica. «Mentre Meloni fa propaganda, noi proseguiamo la nostra mobilitazione delle opposizioni con quasi 100mila firme già arrivate in poche ore», dice il co-portavoce di Avs, Angelo Bonelli, criticando Meloni sugli extraprofitti alle imprese energetiche e alle banche, «la premier sembra dimenticare che con i mancati introiti degli extraprofitti energetici ha consentito il salasso delle famiglie italiane, e c’è il fondato rischio che accada anche con quella sulle banche, considerato come la norma è scritta». A Renzi, come al solito, lasciamo le solite chiacchiere da bar.