Ieri c’è stata l’informativa al Senato della ministra Santanchè, dopo l’inchiesta che l’ha coinvolta per la gestione di alcune sue società. Santanchè si è difesa lamentando una “campagna di vero e proprio odio” nei suoi confronti e criticando pesantemente il quotidiano Domani per avere pubblicato la notizia che la stessa ministra del Turismo risulta indagata: “O questo giornale mente sapendo di mentire oppure sceglie questo giorno per una classica imboscata per colpire un ministro del governo, oppure ha avuto una notizia che io non ho, e che nessuno potrebbe avere”, incalza Santanchè. In realtà la notizia che il suo nome risulta tra gli indagati dai pm di Milano è stata pubblicata dal Fatto Quotidiano il primo dicembre 2022. Quindi nessuna novità.
Daniela Santanchè è un fiume in piena e insiste nell’attacco a giornali e tv che hanno sollevato il caso. “Pratiche sporche e schifose“, le definisce e invita i senatori a “reagire“: “Oggi tocca a me, domani a chiunque”, dice rivolgendosi ai colleghi. Accanto a lei il governo quasi al completo: manca Giorgia Meloni, impegnata a Varsavia. Santanchè inizia l’elogio della sua attività imprenditoriale iniziata a “25 anni” contando “solo su me stessa” raccogliendo “importanti successi imprenditoriali”: “Sono fiera di aver dato lavoro a tante persone”. “La mattina mi guardo allo specchio e mi piace quello che vedo riflesso”, continua. E poi riferimento a chi fa “le critiche più feroci” e “che in privato hanno tutto un altro atteggiamento nei miei confronti” e cita “prenotazioni” degli stessi nei suoi “locali di intrattenimento“. “Ma io sono felice di farlo. E mi fermo qui per carità di patria…”, aggiunge.
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Entrando nel merito delle accuse sorvola su quanto scritto nella perizia sul gruppo affidata dai pm a Nicola Pecchiari, commercialista e docente della Bocconi: bilanci inattendibili, “irregolarità estremamente significative” e deficit “occultato”, si legge. Parla però dei progetti di ristrutturazione delle società del gruppo Visibilia: “Ho fatto ricorso a strumenti messi a disposizione di tutte le imprese dalle leggi ancora vigenti. Il mio progetto di ristrutturazione è molto più virtuoso di quello di altre aziende nelle stesse condizioni. Essere un imprenditore e anche un politico non significa che gli sia proibito fare ricorso alle leggi vigenti, non ho avuto favoritismi ma nemmeno ci deve essere un’indebita penalizzazione ad personam“, ha detto. “Per 30 anni dal mio gruppo nessuno mi ha mai accusato di nulla. Oggi i miei collaboratori sapranno portare avanti la società, essendo io socia di minoranza“, continua.
Sull’altra società, la Ki Group srl, Santanchè incalza: “Non ho mai avuto partecipazione nel settore dell’alimentare biologico, come molti media hanno raccontato, la mia partecipazione in Ki Group non ha mai superato il 5%“. “Nel 2010 il gruppo del settore biologico è stato preso non da me ma dal padre di mio figlio con cui non avevo più alcun legame e comunque con il suo intervento i lavoratori hanno avuto 12 mesi di retribuzione”, aggiunge. “Voglio essere del tutto trasparente: da gennaio 2019 e per meno di due anni ho assunto una carica sociale senza alcun potere. Da allora ho cessato tutte le cariche e messo cesura totale dopo che già un anno prima ero rimasta pro forma nel consiglio”.
A proposito. Ospiti del Movimento 5 stelle, assiepati in tribuna, ieri c’erano anche 13 lavoratori della Ki Group srl. Ad annunciarne la presenza è Stefano Patuanelli, durante la replica del capogruppo pentastellato all’informativa urgente della ministra del Turismo. «Lei diceva in tv che avrebbe anticipato ai suoi dipendenti la cassa Covid, e adesso sembra che i suoi dipendenti non abbiano ricevuto alcun anticipo». Il discorso del senatore grillino esula dagli eventuali risvolti giudiziari e si concentra sugli aspetti di opportunità politica. Il gruppo parlamentare del M5s si alza in piedi quando Patuanelli afferma: «Oggi ad assistere a questi lavori di Aula ci sono i suoi ex dipendenti a cui va il nostro applauso. Non so se riesce a riconoscerli». Ricorda una frase, rivolta in passato dall’attuale ministra a una bambina, in cui diceva che «i soldi servono a essere liberi, chi paga comanda». Patuanelli attacca: «Noi vorremmo dire che la libertà si conquista con il lavoro e il rispetto verso le altre persone. E soprattutto, vogliamo affermare che la dignità non è in vendita». Tra le accuse, anche quella secondo cui Santanchè «stia facendo un danno enorme di immagine al sistema imprenditoriale italiano». E conclude: «Ostentare il lusso non è reato. Ma riteniamo inaccettabile che chi riveste un incarico pubblico ostenti quel tenore di vita se lo ha guadagnato sulle spalle di altri». Patuanelli annuncia di aver presentato una mozione di sfiducia e, dal suo gruppo parlamentare, parte il coro: «Dimissioni, dimissioni».