A Di Martedì c'è stato un acceso botta e risposta sull'antifascismo, alla vigilia della festa della Liberazione.
Con l’avvicinarsi del 25 aprile, la discussione politica in Italia si concentra, come sempre, sull’antifascismo. Una recente puntata del programma DiMartedì su La7, condotto da Giovanni Floris, ha evidenziato questo tema in un vivace confronto tra gli ospiti. Da una parte, c’è la sinistra che continua a sottolineare l’importanza dell’antifascismo. Dall’altra, il centrodestra, pur ribadendo il rispetto per la Costituzione, invita a guardare al futuro anziché rivangare un passato che appartiene a una storia ormai lontana.
Il video
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Nella serata di questa sera, durante la trasmissione Dritto e Rovescio condotta da Paolo Del Debbio su Rete 4, si
Nel corso della trasmissione, l’attore e scrittore Ascanio Celestini ha sollevato il tema del numero di morti in Jugoslavia, attirando la replica del portavoce storico di Giorgio Almirante, Massimo Magliaro. Durante il dibattito è emerso il nome di Gaetano Azzariti, coinvolto in un processo di “riabilitazione” in cui l’ex segretario comunista Palmiro Togliatti ebbe un ruolo significativo. Le tensioni sono esplose quando Magliaro ha sottolineato alcuni aspetti riguardanti Azzariti, suscitando la reazione di Celestini che ha fatto un’affermazione decisa: “Allora lei è fascista…”. La situazione è poi degenerata quando Celestini ha rivolto un’accusa simile anche a un altro ospite, Italo Bocchino.
Magliaro ha risposto senza esitazioni, ribadendo le sue posizioni e sfidando Celestini con una domanda provocatoria: “Io sì, lo sono. E allora? Con questo cosa vuole fare? Chiama i carabinieri? Non ho capito”. Il conduttore Floris ha poi chiesto direttamente a Magliaro se si considera fascista, ricevendo una risposta sbrigativa: “Sono affari miei”. L’uscita di Magliaro ha provocato la replica della deputata Elisabetta Piccolotti dell’Alleanza Verdi-Sinistra italiana, che ha insistito per una risposta chiara sull’atteggiamento nei confronti del fascismo. Magliaro ha ribadito di non essere antifascista e ha giustificato la sua posizione come espressione di opinione, rifiutandosi di essere giudicato per questo. Il confronto televisivo ha messo in luce le tensioni e le divergenze nell’approccio al tema dell’antifascismo, evidenziando le profonde divisioni che ancora permeano il dibattito politico italiano.