Volano stracci da Gruber: botta e risposta tra Scanzi, Castelli e Bocchino [VIDEO]

Durante l'ultima puntata di Otto e mezzo c'è stato un acceso botta e risposta in diretta tra Scanzi, Castelli e Bocchino.

Durante l’ultima puntata di “Otto e Mezzo”, il giornalista Andrea Scanzi e Laura Castelli, esponente di Nord chiama Sud, hanno avuto un acceso confronto sulle strategie politiche e le alleanze in vista delle prossime elezioni europee. Andrea Scanzi ha criticato duramente Laura Castelli e la lista rappresentata da Nord chiama Sud: “La lista, il caravanserraglio rappresentato da Laura Castelli, che ricordo essere stata una figura di spicco del Movimento 5 Stelle, poi sostenitrice di Di Maio, poi di Draghi, e ora di Cateno De Luca. Ho visto il manifesto e basta guardare il simbolo della libertà di Cateno De Luca e Laura Castelli: ci sono dentro diciannove simboli, sembra il bar di Guerre Stellari”.

Il botta e risposta in diretta

Laura Castelli ha ribattuto prontamente: “Questa si chiama democrazia ed è la democrazia di chi non vuole rimanere da solo all’angolo quando la politica non vuole vedere certi mondi”. Scanzi ha risposto con tono irritato: “La democrazia è anche far parlare gli altri, Castelli. Sa bene che non la stimavo né come rappresentante dei Cinque Stelle né ora. Ma di cosa stiamo parlando? La libertà? Ha visto i simboli che sono lì dentro? Ci sono agricoltori, pensionati, ambulanti, il popolo veneto, Adinolfi. È un’accozzaglia!”

Proseguendo con il suo attacco, Scanzi ha aggiunto: “Castelli, stia tranquilla, perché tanto lei il quattro per cento non lo vede neanche col binocolo, quindi si rilassi. Continuerà a essere una parvenu della politica. Sono sicuro che Laura Castelli non sarà europarlamentare, quindi sarà una delle poche notizie positive delle prossime elezioni“. La risposta di Castelli non si è fatta attendere: “Il tema non è Laura Castelli. Oggi sono una mamma di un bambino di due anni, faccio il mio lavoro e sono una consulente. Questa è una lista che si chiama libertà e che include mondi importanti che pretendo non vengano infangati. Calenda e Renzi hanno nei loro simboli altri nove o sei simboli: nessuno li critica per questo. Lì dentro ci sono realtà autentiche. Siamo gli unici con un programma di venti punti, consapevoli che bisogna trovare temi comuni perché c’è un sistema che ci vorrebbe divisi. E allora ti metti d’accordo su venti punti e li porti avanti. Quello che non ti accomuna lo lasci fuori”.

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